I diritti d’autore di «Martina e l’albicocco» di Antonella Ronchetti devoluti all’hospice «Il nespolo» di Airuno

«Martina e l’albicocco – Monologo di un addio» è uno scritto singolare, tra il poemet- to in prosa e il racconto in versi, che l’autrice Antonella Ronchetti, di Calolziocorte, ha da poco pubblicato con Brè Edizioni (pagine 98, euro 9,50, diritti d’autore devoluti a favore dell’hospice «Il nespolo» di Ai- runo, in provincia di Lecco).

Il libro racconta la storia di Martina, giornalista cinquantenne che scopre di avere un cancro.«L’ispirazione è piutto- sto realistica perché entrambi i protagonisti, Martina, ovviamente con uno pseudonimo, e l’albicocco, sono esistiti racconta Ronchetti –. L’albicocco stava in una piccola casa in Sardegna, si era ammalato ed era destinato a morire.

E conte- stualmente avevo ricevuto la triste notizia della malattia di un’amica. Così ho pensato di mettere insieme le due storie». Pagine che affrontano il tema della malattia, suggerendo come alleviarla nel dialogo continuo con noi stessi, con gli altri e con la natura, evocando il tempo della spensieratezza e della felicità godute in precedenza.

È la protagonista, smarrita e angosciata, ad affidare a questo lungo monologo dove la verità è al contempo sogno e incubo la sua sofferenza, i ricordi lontani, le gioie, le speranze, i rimpianti dell’esistenza «interrotta» inaspettatamente dalla malattia, a cui si oppone un’autentica voglia di vivere.

Sul piano narrativo, sofferenza e malattie; ma anche flashback, con la natura che fa da sfondo: «Ho scelto una com- mistione di stili perché la prosa mi sembrava insufficiente. Ho preferito dare anche una forma metrica per attribuire dignità di poema alla malattia. Un modo per attenuare il contenuto e per avvicinare a una catarsi…», spiega l’autrice. Sia per Martina che per l’albicocco il tempo scorre inesorabile nella clessidra, e il coraggio vero diventa attendere la morte vedendola quasi arrivare, ponendosi domande sempre rimosse guardandosi indietro: «La consapevolezza della morte / ormai im- minente / obbliga a fare i conti / con il proprio passato, / e non sempre il bilancio / è davvero positivo…».

E poi il grande que- sito: cosa ci sarà dopo? “«Chissà se davvero / c’era un paradiso / dove rinascere per l’eternità! / Ma come si rinasceva? / Col corpo della gioventù / o deturpati dalla vecchiaia / dalla malattia, dal dolore? / O rinasceva appena l’anima, / invisibile e vestita soltanto / di sentimenti ed emozioni?».

Elisa Roncalli